Il nostro tratto distintivo? È la rosa applicata.
Nei dettagli dei petali, completamente eseguiti a mano, è racchiusa tutta la nostra artigianalità, il nostro sapere, il nostro amore per questo lavoro che richiede pazienza e i giusti tempi di produzione.

La Porcellana di Capodimonte deve il suo nome all'omonima area collinare di Napoli, dove nel 1743 il re Carlo di Borbone e la moglie Maria Amalia di Sassonia fondarono la Real Fabbrica di Capodimonte, spinti dal desiderio di realizzare una porcellana simile a quella tedesca, prodotta nella fabbrica di Meissen (la “porcellana di Dresda”).

L’apice dello splendore della manifattura borbonica fu raggiunto nell’ultimo ventennio del Settecento: in quel periodo vennero realizzati splendidi servizi da tavola, statuine e soprammobili che si distinguevano per la forma elegante e raffinata e l’originalità dei decori.

In numerosi musei partenopei come il Museo Nazionale di Capodimonte, il Museo Duca di Martina, il Museo Filangieri e il Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes, è possibile ammirare le più pregiate porcellane realizzate a Capodimonte e nel resto d’Italia. Storia e tradizione qui si uniscono, richiamando ogni anno turisti da ogni parte del mondo.

Questo stile ispira le nostre manifatture da oltre cinquant’anni; ne cogliamo il senso e il gusto per produrre oggetti preziosi e unici, nel pieno rispetto della tradizione ceramica italiana.

L'originalità dei prodotti Ceramiche Sonda è garantita dal marchio
sulla targhetta ceramica.

Creare ceramiche in stile Capodimonte è un processo elaborato che necessita lunghi tempi di esecuzione ed esperienza.

Tutto inizia con il colaggio nello stampo. Gli oggetti che otteniamo dalla foggiatura vengono poi rifiniti a mano; in questa fase infatti eliminiamo le imperfezioni dovute alla divisione dello stampo e applichiamo le decorazioni e i particolari, come i fiori. L’abilità e la delicatezza con cui le nostre esperte fioraie compongono le rose decorative finiscono sempre per affascinare gli ospiti che ci vengono a trovare in laboratorio!

Si procede poi con l'essiccamento, con cui eliminiamo l’acqua all’interno della terraglia per evaporazione. Segue poi la prima cottura in forno a carrello a 1050°, o “biscottatura”. Ci vogliono ben 12 ore per raggiungere la temperatura, e minimo 24 ore per la discesa. Questa fase è molto importante: se non si rispettano i giusti tempi di cottura si rischia la rottura del pezzo.

Dipingiamo poi il biscotto che abbiamo ottenuto totalmente a mano, a pennello. La successiva immersione in vasche di cristallina, un rivestimento vetroso trasparente, ci permette di mettere in risalto la decorazione rendendola brillante.

Rimettiamo quindi il pezzo in forno per una seconda cottura, ad una temperatura minore (la “smaltatura”).

Se applichiamo una ulteriore decorazione in oro, procediamo con una terza cottura, detta “terzo fuoco”. Ultimata questa fase, la nostra ceramica è pronta!